La Consulenza Finanziaria si eleva a Consulenza Patrimoniale

Le esigenze del cliente, oggi, sono sempre più complesse e chi di professione, come me, svolge l’attività di Consulente Finanziario, sa bene che i propri assistiti hanno bisogno, al loro fianco, di una persona che comprenda appieno che il loro patrimonio non è strutturato esclusivamente in asset finanziario.

Il Patrimonio è un concetto esteso, complesso, che implica un livello di analisi che solo un professionista del settore può fornire.

Il Cliente, da sempre, è convinto che la sua ricchezza dipenda esclusivamente dalle cifre numeriche  scritte nel saldo del suo conto corrente o nella propria sintesi di portafoglio, in sostanza, nella sua ricchezza liquida e mobiliare.

Ma non è così.

In un patrimonio complessivo esistono diversi asset che lo compongono e la ricchezza di una persona è composta dalla somma di questi asset.

Facciamo un esempio:

Un cliente si rivolge presso il mio ufficio privato per chiedermi consiglio su come investire i propri risparmi, somma complessiva 50.000€, allo stato attuale depositati in un conto deposito aperto un anno prima di incontrarmi, presso un istituto che è riuscito a convincerlo ad aprire il rapporto attraverso un’offerta commerciale del periodo, che prevedeva per i nuovi clienti un tasso promozionale annuo lordo pari all’1% per 6 mesi. 

Allettato semplicemente dal concetto di tasso di interesse a scadenza superiore alla scelta di lasciarli depositati all’interno del proprio conto corrente personale, che non prevedeva alcun incremento di capitale, a trasferimento avvenuto e a conclusione dell’offerta, dopo l’anno ha visto che il saldo del deposito era diventato 50.185€, ovvero lo 0,5% meno le imposte.

Cosa è accaduto?

1) Il cliente non ha risolto nulla rispetto all’anno precedente, in quanto ha immobilizzato un capitale liquido per 12 mesi per ottenere semplicemente 185€ in più e ritrovarsi un anno dopo a decidere nuovamente cosa fare del suo denaro.

2) Il cliente ha ragionato di istinto e non ha riflettuto sulle sue reali esigenze e sui suoi obiettivi di vita, in modo tale da iniziare già un anno prima un adeguato progetto patrimoniale.

Ma come può una persona capire quale possa essere un adeguato progetto patrimoniale?

Ecco che entra in gioco la figura del Consulente Finanziario, un professionista del settore che se veramente tale, non si limita semplicemente a proporre al cliente una soluzione di breve termine, con il rischio di perdere il proprio assistito un anno più tardi, ma si spinge oltre analizzando affondo la sua storia complessiva.

In quale modo?

Innanzitutto distogliendo la propria attenzione dal fatto che se riesce a vendergli il prodotto del momento riuscirà ad acquisire un nuovo cliente e il suo patrimonio.

Subito dopo, iniziando a conoscerlo ponendogli delle domande di analisi patrimoniale.

Operando in questo modo, il Consulente Finanziario, divenuto interlocutore patrimoniale, inizierà ad acquisire informazioni utili al fine di individuare le reali necessità e i bisogni del cliente.

Proseguiamo con l’esempio:

Da un’analisi approfondita, realizzata grazie alla disponibilità del cliente a fornire informazioni utili e importanti in merito alla propria vita privata, familiare e professionale, si è iniziato a delineare un profilo patrimoniale del cliente molto più dettagliato e complesso rispetto a quello classico, esclusivamente finanziario, prettamente incentrato sulla disponibilità delle risorse finanziare liquide in suo possesso.

Questo è stato possibile perché sono state poste delle domande e grazie a queste domande è stata fatta un’indagine personalizzata, dalla quale sono emerse nuove informazioni, quali:

situazione familiare

il cliente è un uomo di 53 anni, separato da 5 anni, con un figlio di 13 anni che vive con l’ex coniuge. Il rapporto con il figlio è positivo, con l’ex coniuge meno, ma è stato mantenuto comunque un rapporto civile di comunicazione reciproca. 

Attualmente il cliente convive con una nuova compagna, la quale ha una figlia di 24 anni, generata dal precedente rapporto conclusosi, a differenza di quello del mio cliente, con l’atto conclusivo del divorzio. 

Il cliente e la nuova compagna vivono insieme in un appartamento di proprietà di entrambi, intestato al 50% ciascuno.

situazione professionale

il cliente è un lavoratore autonomo, operante nel campo del commercio. Il suo reddito annuo lordo si è stabilizzato negli anni intorno ai 60.000€. 

composizione del patrimonio personale

A) 50.000€ stazionati all’interno di un conto deposito, come descritto precedentemente.

B) 50% di proprietà dell’immobile acquistato in origine con l’ex coniuge, del valore di 250.000€.

Mutuo originario per acquistarlo estinto, nessuna ipoteca.

C) 50% di proprietà del nuovo immobile, da poco acquistato con la nuova compagna, del valore di 165.000€. 

Per l’acquisto dell’appartamento è stato aperto un mutuo ipotecario, anch’esso in quote paritarie al 50% ciascuno, del valore di 130.000€, a tasso variabile Euribor 3 mesi + 1,5% per 15 anni. 

Rata attuale del mutuo pari a 806,97€ al mese, addebitata sul conto corrente personale del mio cliente.

D) 33,33% di proprietà della casa di famiglia dove attualmente vive il padre, proprietà immobiliare ottenuta dopo la morte della madre e conseguente atto di successione. 

Originariamente l’immobile di famiglia era di proprietà al 100% della madre. 

Cadendo in successione, la proprietà si è suddivisa reciprocamente con il 33,33% al coniuge, padre del mio cliente, 33,33% al mio cliente in qualità di figlio e il restante 33,33% al secondo figlio, fratello del mio cliente.

esigenze e aspettative espresse dal cliente

1) Tutelare e avviare il figlio legittimo, nato dal suo primo matrimonio

2) Salvaguardare la figlia della nuova compagna, dandole l’opportunità di poter accedere un giorno ad una parte dell’eredità

3) Tutelare la nuova compagna

4) Diminuire la pressione fiscale generata dalla sua attività

5) Rivalutare il proprio patrimonio liquido puntando ad ottenere un adeguato incremento entro la data della pensione

pianificazione dei progetti desiderati:

1)  Tutelare il figlio legittimo

Al fine di tutelare il figlio legittimo, attualmente minorenne, l’opportunità migliore è quella di iniziare fin da subito ad accumulare denaro in suo favore attraverso la tecnica del piano di accumulo periodico del capitale all’interno di strumenti del risparmio gestito. 

Tuttavia, al fine di una corretta pianificazione, è necessario procedere quanto prima alla conclusione definitiva del precedente rapporto di matrimonio, portando l’attuale stato di separazione coniugale allo stato di divorzio. 

Così facendo, l’unico erede diretto del mio cliente diverrebbe esclusivamente il figlio legittimo.

2)  Salvaguardare la figlia della nuova compagna

Al fine di tutelare la figlia della sua attuale compagna, dandole l’opportunità di poter accedere un giorno ad una parte dell’eredità, una possibile soluzione, similare a quella adottata per il figlio legittimo, è senza dubbio quella di procedere anche per lei ad una fase di accumulazione periodica del capitale all’interno di strumenti di risparmio gestito, ma tutelati dalla presenza di un contenitore assicurativo (Polizza Unit Linked) che permetta al mio cliente, in qualità di contraente e assicurato della polizza in oggetto, di indicare come beneficiari caso morte persone al di fuori del proprio asse ereditario, come in questo caso la figlia della nuova compagna. 

3)  Tutelare la nuova compagna

La soluzione appena indicata al punto 2) della nostra analisi permette, volendo, di tutelare anche la nuova compagna, indicandola, come sua figlia, beneficiaria della polizza. 

Le percentuali di beneficio possono essere diverse e totalmente personalizzabili, pertanto sta alla volontà del contraente, il mio cliente, decidere le parti spettanti. 

Nulla toglie, ma qui si entrerebbe nella sfera puramente personale e sentimentale e potrebbero esserci fattori emotivi ad influenzarne la scelta, che il mio cliente, una volta ottenuto il divorzio dal precedente rapporto, possa decidere di contrarre un secondo matrimonio con la nuova compagna, facendola automaticamente entrare nel proprio asse ereditario. 

Se questo avvenimento venisse preso in considerazione, aumenterebbe il numero di eredi diretti legittimi che tra loro potrebbero non avere un corretto e lineare rapporto di convivenza reciproca (figlio legittimo + nuova compagna divenuta coniuge), pertanto si suggerirebbe anche l’utilizzo della pratica del testamento al fine di equilibrare le parti. 

Il testamento inoltre permetterebbe al mio cliente di far entrare nel gioco delle parti anche le quote di proprietà dei propri beni immobiliari, suddividendoli in maniera opportuna.

4)  Diminuire la pressione fiscale

Al fine di diminuire la pressione fiscale generata dalla propria attività, una delle soluzioni più idonee, in modo particolare per il mio cliente che svolge una professione autonoma, è quella di valutare l’apertura di un fondo di previdenza complementare. 

L’attuale normativa prevede infatti la possibilità di portare in deduzione fiscale annua un importo massimo di 5.164,57€. 

Inoltre, anche il fondo pensione, dà l’opportunità al contraente di indicare, all’atto della sua costituzione, uno o più beneficiari caso morte. 

Infine, qualora il figlio legittimo minorenne risultasse o divenisse a posteriori a carico del mio cliente, questi avrebbe la facoltà e l’opportunità di intestare anche a lui un fondo pensione, i quali contributi versati dal padre al figlio a carico entrerebbero nel novero della deduzione fiscale, ovviamente sempre con il massimale complessivo annuo di 5.164,57€.

5)  Rivalutare il proprio patrimonio liquido

Lo strumento previdenziale trattato al punto 4), può senza dubbio ritornare utile anche per soddisfare l’esigenza del cliente in merito alla rivalutazione del proprio patrimonio liquido, allo scopo di ottenere un adeguato incremento entro la data del proprio pensionamento. 

Il cliente in oggetto, avendo 53 anni, per soddisfare la propria esigenza ha davanti a sé un orizzonte temporale di 15 – 20 anni, considerando l’attuale normativa, lasso di tempo utile per ragionare in un’ottica di medio – lungo termine. 

Le opportunità di investimento del patrimonio liquido a disposizione sono numerose e l’orizzonte temporale impostato ci consente di pianificare un portafoglio con una quantità di asset azionario congrua alla realizzazione del progetto. 

Considerando il tempo e il profilo di rischio equilibrato del cliente, sarà possibile impostare in principio una porzione azionaria tra il 40 e il 60 per cento, calibrandola al ribasso negli anni ,proporzionalmente all’avvicinarsi dell’obiettivo. 

Si tenga presente che quando si ha a disposizione un orizzonte temporale lungo, maggiore è la presenza di asset azionario in portafoglio, maggiore sarà la rivalutazione del capitale. 

Più il tempo diminuisce, più sarà necessario diminuire l’equity con asset dedicati al fine di diminuire la volatilità e di conseguenza il rischio dell’intero portafoglio. 

Questa strategia, nel caso del cliente in oggetto, è opportuno utilizzarla anche pianificando all’interno dei mercati globali la quantità di patrimonio liquido precedentemente lasciata dormiente all’interno del deposito, mantenendo una strategia di investimento altamente diversificata, utilizzando strumenti finanziari del risparmio gestito facilmente e velocemente liquidabili in caso di necessità o avvenimenti imprevisti.

Criticità 

Comprese le necessità del cliente e pianificati i corretti progetti di investimento è utile soffermarsi ad analizzare le criticità patrimoniali attualmente in essere.

E’ evidente che la porzione di patrimonio immobiliare è nettamente superiore alla porzione di patrimonio liquido e al fine di riequilibrare le parti è necessario pianificare degli interventi.

Primo immobile oggetto della nostra analisi è senza dubbio la proprietà acquistata durante il primo matrimonio, della quale il mio cliente detiene il 50%.

Se la finalità è quella di concludere definitivamente il rapporto con l’ex coniuge, portando lo stato del rapporto dalla separazione al divorzio, è necessario che non sussista alcun tipo di legame patrimoniale.

Le soluzioni più idonee sono le seguenti:

 1)  Lasciare la totale proprietà dell’immobile all’ex coniuge vendendole il 50% della proprietà.

2)  Accordarsi con l’ex coniuge per mettere in vendita l’immobile e una volta liquidato, suddividere in parti uguali il ricavato netto.

La seconda proprietà immobiliare sulla quale è necessario porre attenzione è la casa di famiglia, attualmente residenza del padre del mio cliente.

In questo caso è necessario pianificare per tempo, fintanto che il padre è ancora vivente, cosa è più opportuno fare.

A livello successorio non sussistono particolari criticità, in quanto alla morte del padre, che detiene il 50% della proprietà, questa verrà suddivisa in parti uguali tra il mio cliente e suo fratello.

Ciò che bisogna analizzare attentamente è se in base ai suoi progetti di vita, il mio cliente abbia la convenienza o meno a mantenere la proprietà di un immobile che un giorno sarà suddivisa con il fratello o se gli sia più utile agire per portare in liquidità anche quell’asset patrimoniale.

In questo caso non esiste giusto o sbagliato, la decisione dipende dai propri progetti.

Se nelle intenzioni del mio cliente vi è la volontà di entrare in possesso completo di quella proprietà immobiliare per poter ad esempio un giorno trasferirvi la propria famiglia, vendendo l’attuale immobile dove oggi vive con la nuova compagna, è opportuno pianificare anzitempo una strategia  per riuscire a liquidare il fratello acquisendo il suo 33,33% di proprietà e il padre, acquisendo il suo 33,33%, rimanendo così unico proprietario. 

A tutela del padre basterebbe lasciargli l’usufrutto fintanto che rimarrà in vita. 

Qualora invece tale esigenza non sussistesse, ma ad esempio fosse un’esigenza del fratello, è opportuno iniziare a lavorare anche con lui per aiutarlo a pianificare l’acquisizione delle porzioni di proprietà del mio cliente e di suo padre.

Potrebbe anche profilarsi lo scenario che entrambi i figli del futuro de cuius non abbiano il progetto di sfruttare la dimora famigliare. 

In questa terza ipotesi si dovrebbe lasciare inalterata la situazione e programmare una futura vendita concordata tra i due eredi, nel momento in cui, dopo l’atto successorio, risultassero unici proprietari al 50% ciascuno. 

Venduto l’immobile, verrebbe suddiviso in parti uguali il ricavato netto tra i due fratelli.

Tutte queste ipotesi, perchè possano essere pianificate adeguatamente, hanno bisogno di essere trattate con il Consulente Finanziario prima che possa accadere qualche circostanza che ne impedisca la realizzazione.

E’ indispensabile in questo caso avere il quadro generale famigliare completo, compreso lo stato dei singoli rapporti parentali, in modo tale da scegliere la soluzione più semplice e meno impegnativa per tutti.

Avendo il quadro della situazione completa e sapendo anzitempo le intenzioni e le volontà di tutti gli attori presi in causa, potrebbe risultare fattibile anche anticipare gli eventi e sistemare le parti prima di un eventuale atto di successione, optando per l’atto di donazione mentre il padre è ancora in vita. 

Se le volontà degli eredi sono chiare e ben definite già oggi e ad esempio uno dei due fratelli palesasse l’intenzione di voler entrare in possesso dell’immobile, se tutti gli eredi sono concordi è possibile trasferire ad uno la totale proprietà della casa di famiglia, compensando l’altro con la parte di patrimonio liquido, anticipando così il trasferimento ereditario. 

Il Notaio, attore indispensabile in queste situazioni, è il professionista più idoneo a consigliare la soluzione più adeguata.

A conclusione dell’analisi delle criticità, prendiamo in esame l’ultima proprietà immobiliare, quella ad oggi principale, dove il mio cliente risiede con la nuova compagna.

Per acquistare l’immobile in oggetto è stato scelto di optare per l’accensione di un mutuo a tasso variabile, probabilmente al fine di sfruttare l’opzione di tasso più basso presente nel mercato.

Tuttavia, quando è stata fatta questa scelta, non si è pensato in un’ottica di lungo termine, ragionando sul fatto che entro la scadenza naturale del mutuo, ovvero fra 15 anni, i tassi di interesse saranno presumibilmente molto più alti di oggi, facendo aumentare di conseguenza la rata attuale. 

Il consiglio che posso dare in questo caso è quello di valutare un passaggio dal tasso variabile a quello fisso, mediante la rinegoziazione del contratto di mutuo o in alternativa la surroga presso un altro istituto.

Questo passaggio è vero che comporterebbe fin da subito un leggero aumento dell’attuale rata mensile, ma garantirebbe al mio cliente di bloccarla oggi ai livelli di tasso ai minimi storici, non dovendo più preoccuparsi di un futuro rialzo dei tassi.

Infine, a completamento corretto del quadro complessivo, essendo il mutuo cointestato, sarebbe più opportuno che la rata del mutuo fosse addebitata su un conto corrente intestato ad entrambi i contraenti del debito e non sul conto personale intestato esclusivamente al mio cliente.

Conclusioni

Come avrete potuto intuire da quest’analisi patrimoniale, ognuno di noi ha una propria storia personale.

Soffermarsi semplicemente sull’aspetto finanziario di un cliente è oggi limitante e non sufficiente.

La maggior parte dei clienti, ma anche la maggior parte dei Consulenti Finanziari, si limita esclusivamente ad analizzare la parte liquida del patrimonio, in primo luogo perchè è più semplice, in secondo luogo perché si tende a soffermarsi esclusivamente sul motivo principale dell’incontro, ovvero soddisfare l’esigenza primaria che lo ha generato.

Se mi fossi limitato a questo, avrei semplicemente proposto una soluzione di investimento alternativa alla precedente, focalizzando la mia attenzione sulla punta di un iceberg di vaste dimensioni.

Il cliente oggi non ha solo bisogno di investire il proprio denaro liquido, ha bisogno di un interlocutore che lo aiuti a portare in superficie ogni aspetto del proprio patrimonio.

E’ proprio per questo che noi Consulenti Finanziari esistiamo, per far emergere quelle esigenze che il cliente non è in grado di focalizzare da solo, ma che se prese seriamente in esame possono migliorare la sua esistenza e quella di chi gli sta accanto.

Matteo Bagno

Consulente Finanziario – Fideuram S.p.A.

Il DEF varato dal Governo Conte è stato bocciato dai mercati.

Cali così sostenuti non si vedono tutti i giorni.

Il listino milanese sprofonda in chiusura del 3,7%, dopo aver segnato un minimo di giornata del 4,5%.

Lo Spread BTP/Bund chiude a 267 punti base dopo aver toccato un massimo di 280.

Titoli bancari in picchiata, con il migliore che perde poco più di 5 punti percentuali e il peggiore che si avvicina al meno dieci.

Panico?

Probabilmente l’ennesima giornata di grandi opportunità.

Nelle prossime settimane la manovra finanziaria italiana, come quella dei restanti paesi dell’Unione, verrà presa in esame dalla Commissione.

Nonostante l’esuberanza del governo italiano a presentare una manovra aggressiva, con un rapporto deficit/PIL al 2,4%, dopo le promesse delle scorse settimane che avrebbero dovuto far presagire un contenimento del debito sotto il 2%, i toni odierni sembrano incentrati più sul dialogo che non sullo scontro.

Il commissario europeo Moscovici ha dichiarato infatti che non vi è alcun interesse da parte dell’Unione Europea a scatenare una guerra con l’Italia, confermando l’importanza della partnership.

E’ pur tuttavia reale e concreto il fatto che il Belpaese non può fare ciò che vuole, ignorando le regole comunitarie e non impegnandosi a ridurre il proprio debito.

Bisogna altresì stare all’erta sul fatto che il mese prossimo vi saranno anche i giudizi di S&P e Moody’s, pronte a sventolare le loro pagelle.

Non vi è alcun dubbio, sarà un autunno caldo.

E chi è lungimirante e guarda al lungo termine, sfrutta queste occasioni per posizionarsi sul mercato.

Volatilità a Piazza Affari causata dall’incertezza sul DEF.

Il resto d’Europa chiude la seduta con il segno verde, a differenza di Milano che ha risentito delle incertezze sul DEF, con le aspettative di una nuova riunione del Consiglio dei Ministri per questa sera.

Lo spread è letteralmente andato sulle montagne russe, passando da un’impennata a 250 punti base fino ad una ristabilizzazione a 237.

Wall Street salva i listini

Dopo un avvio debole dei mercati europei, incerti sulla decisione varata ieri sera dalla Fed, che ha sancito il terzo rialzo dei tassi di interesse del 2018, i listini hanno cambiato direzione, sospinti dall’ottimo dato sul Pil americano.

Gli effetti sul cambio

Il terzo rialzo annuale dei tassi da parte della Fed, sommato all’ottimo dato sul Pil americano, hanno fatto impennare il dollaro riportando il rapporto con l’Euro sotto quota 1,17.

Conclusioni

Ancora una volta gli Stati Uniti hanno fatto registrare dati eccellenti, giustificando le decisioni della Banca Centrale e placando gli animi dei listini globali.

Rimaniamo in attesa di scoprire come si evolverà la situazione italiana con il tanto atteso varo del DEF.

La Fed tiene i mercati con il fiato sospeso.

Tutte attendiste le principali Borse, con gli occhi puntati sulla decisione della Federal Reserve che questa sera dovrebbe annunciare il terzo rialzo dei tassi di interesse del 2018.

L’attesa non è tanto sul quasi certo rialzo, bensì sulle dichiarazioni del Governatore Jerome Powell che, in base alle sue parole, farà intuire le future mosse della Banca Centrale Americana in merito alla politica monetaria dei prossimi mesi.

Il destino dell’Italia

A dettare la direzione di Piazza Affari è sempre la grande scommessa sulla prossima Legge di Bilancio.

Il Ministro dell’Economia Tria cerca di rassicurare gli investitori sulla sostenibilità del debito, dichiarando che l’attenzione del Governo è incentrata anche sul futuro dei risparmiatori, che devono essere difesi dal futuro rialzo dei tassi di interesse.

Spread Btp – Bund in contrazione a 230 punti base e rendimento del decennale al 2,81%.

Da segnalare il collocamento odierno di 6 miliardi di Bot con scadenza semestrale e rendimento in calo allo 0,206%

La bocciatura di S&P

Nella giornata odierna irrompe nuovamente la società di rating S&P, che taglia le proprie stime sul PIL italiano.

Secondo le loro valutazioni, dovremmo salire sia quest’anno che il prossimo dell’ 1,1% contro le precedenti previsioni dell’ 1,3% per il 2018 e dell’ 1,2% per il 2019.

S&P non si limita a tagliare le previsioni del nostro Paese, ma si allarga all’intera Eurozona, con una visione del PIL europeo al 2% contro il precedente 2,1% per il 2018, confermando tuttavia le loro analisi per il 2019 con un rialzo dell’ 1,7%.

Sprint giapponese

Tokyo non accenna a fermarsi, chiudendo l’ottava seduta consecutiva con il segno verde.

Con questo ennesimo rialzo il Nikkei supera la soglia psicologica dei 24.000 punti.

Cambi e Petrolio

Il Dollaro rimane stabile nei confronti dell’Euro, con il cambio Euro su Dollaro a quota 1,1746.

Sul fronte dell’oro nero, cali sia per il Wti che per il Brent, dopo il dato sull’aumento di scorte settimanali negli USA.

Last Minute

Mentre vi stavo preparando l’analisi di giornata, è arrivata dall’America la decisione della Fed.

Come previsto è stato effettuato e confermato il rialzo dei tassi di interesse di 25 centesimi, al 2,00% – 2,25%, in linea con le attese.

Vedremo come reagiranno domani i mercati globali.

 

 

Milano la migliore d’Europa.

La scommessa è tutta sulla prossima legge di Bilancio, che il Governo Conte annuncia sarà inferiore al 2% nel rapporto Deficit/Pil.

I restanti listini europei sono rimasti sui valori della scorsa seduta, fermati dalla debacle del settore auto.

Ottimi spunti dal settore petrolifero, con il Brent volato a quota 82 dollari al barile.

Settore bancario in festa, con lo spread tra Btp e Bund tedeschi in area 235 punti base.

I riflettori rimangono tuttavia puntati sull’ondata di nuovi dazi emanati ieri dall’amministrazione Trump in sfavore della Cina, che si dichiara estremamente delusa dall’atteggiamento americano, non lasciando grandi speranze per nuove negoziazioni.

Alla vigilia della FED

Domani ci si aspetta una giornata segnata dalle decisioni della Banca Centrale Americana, che dovrebbe procedere ad un nuovo rialzo dei tassi di interesse, portando il costo del denaro al 2,25%.

Grande attesa per la conferenza stampa di Powell, durante la quale si cercherà di interpretare le future mosse di politica monetaria.

L’attesa per la decisione di domani ha fatto muovere le principali valute, con l’Euro che si riporta sotto l’1,18 toccato ieri.

Le mosse del Tesoro

A Milano si è conclusa positivamente l’asta dei CTZ, con rendimento in calo allo 0,715%.

Collocati anche nuovi BTP indicizzati all’inflazione dell’area Euro per un miliardo, al tasso dell’1,65% con scadenza 2032.

 

L’introduzione dei nuovi Dazi

Avvio di settimana con il segno rosso per i mercati europei, schiacciati dall’introduzione dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti contro la Cina.

La Banca Centrale Europea è concorde nel ritenere che la politica protezionistica degli USA rischia di penalizzare la crescita dell’economia europea, nonostante tutto ancora positiva.

Le dichiarazioni del Governatore Mario Draghi confermano la prospettiva che nonostante la strategia del QE si stia avviando al suo compimento, le strategie accomodanti proseguiranno anche dopo la fine dell’anno in corso.

Dichiarazioni importanti, che hanno sospinto la valuta europea a superare nuovamente il rapporto di 1,18 contro il dollaro americano.

Timori arrivano anche dal fronte petrolifero, con il rally dell’oro nero che non accenna a fermarsi.

A Milano proseguono i timori per la nuova legge di Bilancio, timori che hanno fatto sobbalzare lo spread a quota 242 punti base, portando il rendimento del decennale al 2,94%.

 

 

Una Wall Street senza freni continua a trainare i mercati europei e a registrare nuovi record.

I nuovi dazi attesi per lunedì prossimo sembrano non toccare gli investitori.

Più che sui dazi, in questo frangente, l’attenzione si sta concentrando sull’epilogo della Brexit, dopo che Theresa May si è vista rifiutare la possibilità di chiudere la partita durante il prossimo summit di Salisburgo.

A casa nostra inoltre sembra non aver sortito effetto il giudizio di Fitch, che ha rivisto la crescita di quest’anno dell’Italia all’1,2% dal precedente 1,3%.

Ritraccia nuovamente lo spread tra BTP e Bund tedeschi, attestandosi a 221 punti base, portando il rendimento del nostro decennale al 2,67%.

Chiudiamo la settimana parlando come di consueto di cambi, focalizzandoci questa volta più sulla sterlina, che ha perso forza sia nei confronti dell’euro sia nei confronti del dollaro americano.

Il fattore dominante di questa discesa è da imputare al mancato epilogo sulla Brexit auspicato dalla premier britannica, come già raccontato poco sopra, amareggiata dal fatto che non vi siano state motivazioni concrete alla bocciatura di Salisburgo.

L’euro chiude la seduta sul dollaro americano a 1,1744 mentre il prezzo del petrolio perde forza sulle indiscrezioni di un aumento della produzione da parte dell’Opec.

 

L’America sembra non avere freni e spinge i mercati europei al rialzo.

I risultati oltre le attese degli analisti sulla salute dell’economia americana spazzano via i timori degli imminenti nuovi dazi contro la Cina, previsti per lunedì prossimo.

Apparente indifferenza anche in Europa su una possibile Brexit priva di accordo.

Sul fronte italiano rimane viva l’attesa per la nuova legge di bilancio ormai alle porte, ago della bilancio dell’andamento dello spread tra BTP e Bund che oggi si è riportato a quota 223 punti base, trascinando il settore bancario in volatilità.

I timori dell’OCSE

Secondo le ultime stime dell’Ocse, l’espansione dell’economia mondiale sarebbe giunta all’apice.

Non si sta prevedendo per il prossimo futuro un ritorno alla recessione, ma i segnali che ci possa essere nei prossimi anni un rallentamento, sono plausibili.

Le stime non sono tuttavia allarmanti, in quanto il PIL mondiale è visto crescere quest’anno e anche il prossimo del 3,7%, limando le precedenti previsioni di uno 0,1% per l’anno in corso e di uno 0,2% per il 2019.

Le cause sono da identificarsi nel quadro politico incerto, nelle previsioni di rialzo dei tassi di interesse e nella possibilità che da qui in avanti vi sia un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Cambi e Petrolio

L’Euro supera quota 1,17 nei confronti del dollaro americano, portandosi a 1,175.

Dopo lo sprint delle ultime sedute arretra l’oro nero, con il Wti a 70,59 dollari al barile e il Brent a 78,75.

 

In questo mercoledì di borsa i mercati vengono sostenuti dal settore minerario, dal comparto auto e dai bancari.

La guerra dei dazi tra USA e Cina sembra non spaventare.

Anzi, Wall Street sfreccia alla ricerca dei massimi dell’anno, con il Nasdaq tuttavia debole, appesantito dalla guerra commerciale e dalla ricerca di un accordo sostitutivo al Nafta con il Canada.

Lo sprint bancario di Piazza Affari

A Milano le banche proseguono il loro rally, noncuranti della correzione dei Btp.

Lo spread tra il nostro decennale e il Bund tedesco si riporta a quota 220 punti base dopo aver toccato i minimi nella seduta di ieri, dall’insediamento del nuovo governo.

Il rendimento si attesta al 2,68% su base annua

Cambi e petrolio

Il cambio euro/dollaro americano rimane stabile, con la moneta unica europea poco sotto l’1,17.

Il petrolio prosegue i rialzi, sostenuto oggi dal dato in calo delle scorte negli USA.

La riunione della BoJ

Nulla di nuovo sul fronte giapponese.

La Banca Centrale del Giappone ha deciso, come previsto, di mantenere una politica monetaria ultra accomodante, decidendo di mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo ancora lungo.

Tra i motivi più rilevanti di questa decisione vi è la politica protezionistica di Trump.

Nonostante l’annuncio di nuovi dazi, i mercati europei chiudono positivi.

Verranno colpiti prodotti di importazione cinese per 200 miliardi di dollari.

La Cina contrattacca con tariffe doganali per 60 miliardi di dollari di prodotti americani.

Un braccio di ferro tra le due potenze che fa tuttavia sperare in una continuazione delle trattative, dal momento che Trump partirà con un’aliquota del 10% per farla salire al 25% solo nel 2019.

Stessa strategia per la Cina, che parte dal 5% per spostarsi solo successivamente al 10%.

Giochi di potere per arrivare ad un accordo definitivo?

Possibile. Ma intanto la guerra commerciale continua.

Lo spread sembra rientrare

A Piazza Affari il dato più rilevante di giornata è il proseguo della riduzione dello spread che tocca i 212 punti base, il livello più basso mai registrato dalla nascita del nuovo governo, con il decennale al 2,7% annuo.

Il quadro europeo

mercati con segno verde generalizzato sostenuti dal comparto auto e dal settore bancario, nonostante in merito a quest’ultimo il Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi abbia posto la sua attenzione sul fatto che il mercato europeo sia frammentato e che la strada per una più concreta stabilizzazione è ancora irta di ostacoli da superare.

Fronte cambio e petrolio

L’Euro rimane stabile sui livelli delle scorse sedute, poco sotto l’1,17 sul dollaro americano.

Da segnalare novità in merito al petrolio, con l’accettazione da parte dell’Arabia Saudita di poter vedere il prezzo del barile superare nel breve termine gli 80$.