Durante la seduta odierna, lo Spread tra BTP e Bund tedeschi ha varcato la soglia psicologica dei 300 punti base.

Soltanto le parole del Presidente del Consiglio Conte, pronunciatosi oggi sull’argomento Euro e Italia, ha placato le oscillazioni di Piazza Affari, che ha chiuso leggermente negativa.

Se l’Euro viene definito “irrinunciabile” dal primo ministro italiano, i continui battibecchi tra Roma e Bruxelles sulla legge di Bilancio spingono lo spread ai massimi dal 2014, con il rendimento del decennale alle stelle.

La crisi italiana influisce anche sul cambio Euro/Dollaro, facendo avvicinare la Moneta Unica a ridosso dell’ 1,15 per poi recuperare leggermente sul finale.

Purtroppo il problema principale di questa situazione è l’altissima inesperienza di alcuni personaggi politici italiani, che non hanno ancora ben compreso il fatto che alcune dichiarazioni possono scatenare impreviste oscillazioni sui mercati, generando stress economici inutili per il nostro Paese.

E’ il caso dell’esponente della Lega Claudio Borghi, che con la sua frase priva di ratio, ha insinuato che l’Italia avrebbe risolto tutti i suoi problemi se avesse mantenuto la propria valuta.

Risultato:

Spread in salita, bancari in scivolone, rendimenti dei BTP in impennata.

Petrolio

Si ferma per il momento il rally dell’oro nero, con il Brent che indietreggia dal massimo toccato ieri di 85 dollari al barile.

La frenata è dovuta da indiscrezioni su un possibile aumento della produzione Opec a settembre.

Ci si aspetta tuttavia un proseguo del trend rialzista, con l’obiettivo di breve termine a 88 dollari al barile.

 

 

Il rientro anticipato a Roma del Ministro Tria confonde i mercati, portando in altalena Piazza Affari.

Spread a 283 punti base.

Milano che passa da guadagnare più di un punto percentuale in mattinata, a chiudere la seduta perdendone mezzo.

Bancari in sofferenza nel finale, solo il comparto petrolifero salva la giornata da una debacle come quella di venerdì scorso.

Tria ci prova a rasserenare gli animi in Europa, cercando di spiegare le motivazioni di una manovra che poco piace alle istituzioni europee.

Per Tria, che parla a nome di tutto l’esecutivo, il pareggio di bilancio rimane l’obiettivo dell’Italia.

Nessuno vuole sfidare l’Europa, spiega il ministro, ma per raggiungere gli obiettivi prefissati bisogna dare tempo al tempo e permettere che l’Italia ricominci a crescere e per farlo, è necessaria una manovra aggressiva.

L’America vola con il nuovo Nafta

Prosegue l’anno d’oro di Wall Street, sospinta ancora una volta al rialzo grazie questa volta al nuovo accordo sul Nafta raggiunto tra Stati Uniti e Canada.

Si passa dal vecchio NAFTA del ’94 al nuovo USMCA che, a detta di Trump, sancisce futuri scambi commerciali tra Messico, Stati Uniti e Canada per 1200 miliardi e si profila a diventare il miglior accordo mai siglato nella storia dei tre paesi.

Cambi e Petrolio

Euro scambia ad 1,1582 sul dollaro mentre il petrolio a 83,31 dollari al barile e a 73,73 il Brent.

Il DEF varato dal Governo Conte è stato bocciato dai mercati.

Cali così sostenuti non si vedono tutti i giorni.

Il listino milanese sprofonda in chiusura del 3,7%, dopo aver segnato un minimo di giornata del 4,5%.

Lo Spread BTP/Bund chiude a 267 punti base dopo aver toccato un massimo di 280.

Titoli bancari in picchiata, con il migliore che perde poco più di 5 punti percentuali e il peggiore che si avvicina al meno dieci.

Panico?

Probabilmente l’ennesima giornata di grandi opportunità.

Nelle prossime settimane la manovra finanziaria italiana, come quella dei restanti paesi dell’Unione, verrà presa in esame dalla Commissione.

Nonostante l’esuberanza del governo italiano a presentare una manovra aggressiva, con un rapporto deficit/PIL al 2,4%, dopo le promesse delle scorse settimane che avrebbero dovuto far presagire un contenimento del debito sotto il 2%, i toni odierni sembrano incentrati più sul dialogo che non sullo scontro.

Il commissario europeo Moscovici ha dichiarato infatti che non vi è alcun interesse da parte dell’Unione Europea a scatenare una guerra con l’Italia, confermando l’importanza della partnership.

E’ pur tuttavia reale e concreto il fatto che il Belpaese non può fare ciò che vuole, ignorando le regole comunitarie e non impegnandosi a ridurre il proprio debito.

Bisogna altresì stare all’erta sul fatto che il mese prossimo vi saranno anche i giudizi di S&P e Moody’s, pronte a sventolare le loro pagelle.

Non vi è alcun dubbio, sarà un autunno caldo.

E chi è lungimirante e guarda al lungo termine, sfrutta queste occasioni per posizionarsi sul mercato.

Volatilità a Piazza Affari causata dall’incertezza sul DEF.

Il resto d’Europa chiude la seduta con il segno verde, a differenza di Milano che ha risentito delle incertezze sul DEF, con le aspettative di una nuova riunione del Consiglio dei Ministri per questa sera.

Lo spread è letteralmente andato sulle montagne russe, passando da un’impennata a 250 punti base fino ad una ristabilizzazione a 237.

Wall Street salva i listini

Dopo un avvio debole dei mercati europei, incerti sulla decisione varata ieri sera dalla Fed, che ha sancito il terzo rialzo dei tassi di interesse del 2018, i listini hanno cambiato direzione, sospinti dall’ottimo dato sul Pil americano.

Gli effetti sul cambio

Il terzo rialzo annuale dei tassi da parte della Fed, sommato all’ottimo dato sul Pil americano, hanno fatto impennare il dollaro riportando il rapporto con l’Euro sotto quota 1,17.

Conclusioni

Ancora una volta gli Stati Uniti hanno fatto registrare dati eccellenti, giustificando le decisioni della Banca Centrale e placando gli animi dei listini globali.

Rimaniamo in attesa di scoprire come si evolverà la situazione italiana con il tanto atteso varo del DEF.

La Fed tiene i mercati con il fiato sospeso.

Tutte attendiste le principali Borse, con gli occhi puntati sulla decisione della Federal Reserve che questa sera dovrebbe annunciare il terzo rialzo dei tassi di interesse del 2018.

L’attesa non è tanto sul quasi certo rialzo, bensì sulle dichiarazioni del Governatore Jerome Powell che, in base alle sue parole, farà intuire le future mosse della Banca Centrale Americana in merito alla politica monetaria dei prossimi mesi.

Il destino dell’Italia

A dettare la direzione di Piazza Affari è sempre la grande scommessa sulla prossima Legge di Bilancio.

Il Ministro dell’Economia Tria cerca di rassicurare gli investitori sulla sostenibilità del debito, dichiarando che l’attenzione del Governo è incentrata anche sul futuro dei risparmiatori, che devono essere difesi dal futuro rialzo dei tassi di interesse.

Spread Btp – Bund in contrazione a 230 punti base e rendimento del decennale al 2,81%.

Da segnalare il collocamento odierno di 6 miliardi di Bot con scadenza semestrale e rendimento in calo allo 0,206%

La bocciatura di S&P

Nella giornata odierna irrompe nuovamente la società di rating S&P, che taglia le proprie stime sul PIL italiano.

Secondo le loro valutazioni, dovremmo salire sia quest’anno che il prossimo dell’ 1,1% contro le precedenti previsioni dell’ 1,3% per il 2018 e dell’ 1,2% per il 2019.

S&P non si limita a tagliare le previsioni del nostro Paese, ma si allarga all’intera Eurozona, con una visione del PIL europeo al 2% contro il precedente 2,1% per il 2018, confermando tuttavia le loro analisi per il 2019 con un rialzo dell’ 1,7%.

Sprint giapponese

Tokyo non accenna a fermarsi, chiudendo l’ottava seduta consecutiva con il segno verde.

Con questo ennesimo rialzo il Nikkei supera la soglia psicologica dei 24.000 punti.

Cambi e Petrolio

Il Dollaro rimane stabile nei confronti dell’Euro, con il cambio Euro su Dollaro a quota 1,1746.

Sul fronte dell’oro nero, cali sia per il Wti che per il Brent, dopo il dato sull’aumento di scorte settimanali negli USA.

Last Minute

Mentre vi stavo preparando l’analisi di giornata, è arrivata dall’America la decisione della Fed.

Come previsto è stato effettuato e confermato il rialzo dei tassi di interesse di 25 centesimi, al 2,00% – 2,25%, in linea con le attese.

Vedremo come reagiranno domani i mercati globali.

 

 

Milano la migliore d’Europa.

La scommessa è tutta sulla prossima legge di Bilancio, che il Governo Conte annuncia sarà inferiore al 2% nel rapporto Deficit/Pil.

I restanti listini europei sono rimasti sui valori della scorsa seduta, fermati dalla debacle del settore auto.

Ottimi spunti dal settore petrolifero, con il Brent volato a quota 82 dollari al barile.

Settore bancario in festa, con lo spread tra Btp e Bund tedeschi in area 235 punti base.

I riflettori rimangono tuttavia puntati sull’ondata di nuovi dazi emanati ieri dall’amministrazione Trump in sfavore della Cina, che si dichiara estremamente delusa dall’atteggiamento americano, non lasciando grandi speranze per nuove negoziazioni.

Alla vigilia della FED

Domani ci si aspetta una giornata segnata dalle decisioni della Banca Centrale Americana, che dovrebbe procedere ad un nuovo rialzo dei tassi di interesse, portando il costo del denaro al 2,25%.

Grande attesa per la conferenza stampa di Powell, durante la quale si cercherà di interpretare le future mosse di politica monetaria.

L’attesa per la decisione di domani ha fatto muovere le principali valute, con l’Euro che si riporta sotto l’1,18 toccato ieri.

Le mosse del Tesoro

A Milano si è conclusa positivamente l’asta dei CTZ, con rendimento in calo allo 0,715%.

Collocati anche nuovi BTP indicizzati all’inflazione dell’area Euro per un miliardo, al tasso dell’1,65% con scadenza 2032.

 

L’introduzione dei nuovi Dazi

Avvio di settimana con il segno rosso per i mercati europei, schiacciati dall’introduzione dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti contro la Cina.

La Banca Centrale Europea è concorde nel ritenere che la politica protezionistica degli USA rischia di penalizzare la crescita dell’economia europea, nonostante tutto ancora positiva.

Le dichiarazioni del Governatore Mario Draghi confermano la prospettiva che nonostante la strategia del QE si stia avviando al suo compimento, le strategie accomodanti proseguiranno anche dopo la fine dell’anno in corso.

Dichiarazioni importanti, che hanno sospinto la valuta europea a superare nuovamente il rapporto di 1,18 contro il dollaro americano.

Timori arrivano anche dal fronte petrolifero, con il rally dell’oro nero che non accenna a fermarsi.

A Milano proseguono i timori per la nuova legge di Bilancio, timori che hanno fatto sobbalzare lo spread a quota 242 punti base, portando il rendimento del decennale al 2,94%.

 

 

Una Wall Street senza freni continua a trainare i mercati europei e a registrare nuovi record.

I nuovi dazi attesi per lunedì prossimo sembrano non toccare gli investitori.

Più che sui dazi, in questo frangente, l’attenzione si sta concentrando sull’epilogo della Brexit, dopo che Theresa May si è vista rifiutare la possibilità di chiudere la partita durante il prossimo summit di Salisburgo.

A casa nostra inoltre sembra non aver sortito effetto il giudizio di Fitch, che ha rivisto la crescita di quest’anno dell’Italia all’1,2% dal precedente 1,3%.

Ritraccia nuovamente lo spread tra BTP e Bund tedeschi, attestandosi a 221 punti base, portando il rendimento del nostro decennale al 2,67%.

Chiudiamo la settimana parlando come di consueto di cambi, focalizzandoci questa volta più sulla sterlina, che ha perso forza sia nei confronti dell’euro sia nei confronti del dollaro americano.

Il fattore dominante di questa discesa è da imputare al mancato epilogo sulla Brexit auspicato dalla premier britannica, come già raccontato poco sopra, amareggiata dal fatto che non vi siano state motivazioni concrete alla bocciatura di Salisburgo.

L’euro chiude la seduta sul dollaro americano a 1,1744 mentre il prezzo del petrolio perde forza sulle indiscrezioni di un aumento della produzione da parte dell’Opec.

 

L’America sembra non avere freni e spinge i mercati europei al rialzo.

I risultati oltre le attese degli analisti sulla salute dell’economia americana spazzano via i timori degli imminenti nuovi dazi contro la Cina, previsti per lunedì prossimo.

Apparente indifferenza anche in Europa su una possibile Brexit priva di accordo.

Sul fronte italiano rimane viva l’attesa per la nuova legge di bilancio ormai alle porte, ago della bilancio dell’andamento dello spread tra BTP e Bund che oggi si è riportato a quota 223 punti base, trascinando il settore bancario in volatilità.

I timori dell’OCSE

Secondo le ultime stime dell’Ocse, l’espansione dell’economia mondiale sarebbe giunta all’apice.

Non si sta prevedendo per il prossimo futuro un ritorno alla recessione, ma i segnali che ci possa essere nei prossimi anni un rallentamento, sono plausibili.

Le stime non sono tuttavia allarmanti, in quanto il PIL mondiale è visto crescere quest’anno e anche il prossimo del 3,7%, limando le precedenti previsioni di uno 0,1% per l’anno in corso e di uno 0,2% per il 2019.

Le cause sono da identificarsi nel quadro politico incerto, nelle previsioni di rialzo dei tassi di interesse e nella possibilità che da qui in avanti vi sia un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Cambi e Petrolio

L’Euro supera quota 1,17 nei confronti del dollaro americano, portandosi a 1,175.

Dopo lo sprint delle ultime sedute arretra l’oro nero, con il Wti a 70,59 dollari al barile e il Brent a 78,75.

 

In questo mercoledì di borsa i mercati vengono sostenuti dal settore minerario, dal comparto auto e dai bancari.

La guerra dei dazi tra USA e Cina sembra non spaventare.

Anzi, Wall Street sfreccia alla ricerca dei massimi dell’anno, con il Nasdaq tuttavia debole, appesantito dalla guerra commerciale e dalla ricerca di un accordo sostitutivo al Nafta con il Canada.

Lo sprint bancario di Piazza Affari

A Milano le banche proseguono il loro rally, noncuranti della correzione dei Btp.

Lo spread tra il nostro decennale e il Bund tedesco si riporta a quota 220 punti base dopo aver toccato i minimi nella seduta di ieri, dall’insediamento del nuovo governo.

Il rendimento si attesta al 2,68% su base annua

Cambi e petrolio

Il cambio euro/dollaro americano rimane stabile, con la moneta unica europea poco sotto l’1,17.

Il petrolio prosegue i rialzi, sostenuto oggi dal dato in calo delle scorte negli USA.

La riunione della BoJ

Nulla di nuovo sul fronte giapponese.

La Banca Centrale del Giappone ha deciso, come previsto, di mantenere una politica monetaria ultra accomodante, decidendo di mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo ancora lungo.

Tra i motivi più rilevanti di questa decisione vi è la politica protezionistica di Trump.