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Tregua per la Borsa di Milano.

Partita bene questa mattina, nel corso della seduta la giornata si stava preannunciando fotocopia delle precedenti.

Il calo si è portato intorno al punto percentuale, con lo spread BTP-BUND oltre i 310 punti base.

Bancari in sofferenza.

Tutto come le scorse sedute, ma poi, ad un’ora dalla chiusura, la tregua.

Analizziamo la giornata

Tria, in audizione alle commissioni di bilancio di Camera e Senato, ha dichiarato che gli attuali livelli dei Titoli di Stato italiani non riflettono i dati fondamentali del Belpaese.

Secondo il Ministro dell’Economia e delle Finanze, lo spread è destinato a sgonfiarsi, dopo che il Parlamento avrà approvato la manovra.

Plausibile.

Tuttavia prosegue il braccio di ferro con l’Europa.

Intanto il Fondo Monetario Internazionale conferma le precedenti stime sul Pil italiano, indicate lo scorso luglio, riducendo però quelle sul rapporto deficit-PIL.

Inoltre ha tagliato le stime sull’andamento dell’economia mondiale.

Dopo una volata oltre i 310 punti base, lo spread tra BTP e BUND ha chiuso sotto i 300 punti, riportando denaro nel settore bancario.

Il ruolo da leoni, sostenitori dell’intero listino, lo hanno avuto però i petroliferi, sostenuti dall’ennesimo tentativo al rialzo dell’oro nero.

Occhi puntati sul cambio euro – dollaro, appesantito dalla situazione italiana.

Persa la soglia dell’1,15.

Vedremo domani come si evolveranno i negoziati finali sulla Brexit.

Una Wall Street senza freni continua a trainare i mercati europei e a registrare nuovi record.

I nuovi dazi attesi per lunedì prossimo sembrano non toccare gli investitori.

Più che sui dazi, in questo frangente, l’attenzione si sta concentrando sull’epilogo della Brexit, dopo che Theresa May si è vista rifiutare la possibilità di chiudere la partita durante il prossimo summit di Salisburgo.

A casa nostra inoltre sembra non aver sortito effetto il giudizio di Fitch, che ha rivisto la crescita di quest’anno dell’Italia all’1,2% dal precedente 1,3%.

Ritraccia nuovamente lo spread tra BTP e Bund tedeschi, attestandosi a 221 punti base, portando il rendimento del nostro decennale al 2,67%.

Chiudiamo la settimana parlando come di consueto di cambi, focalizzandoci questa volta più sulla sterlina, che ha perso forza sia nei confronti dell’euro sia nei confronti del dollaro americano.

Il fattore dominante di questa discesa è da imputare al mancato epilogo sulla Brexit auspicato dalla premier britannica, come già raccontato poco sopra, amareggiata dal fatto che non vi siano state motivazioni concrete alla bocciatura di Salisburgo.

L’euro chiude la seduta sul dollaro americano a 1,1744 mentre il prezzo del petrolio perde forza sulle indiscrezioni di un aumento della produzione da parte dell’Opec.

 

L’America sembra non avere freni e spinge i mercati europei al rialzo.

I risultati oltre le attese degli analisti sulla salute dell’economia americana spazzano via i timori degli imminenti nuovi dazi contro la Cina, previsti per lunedì prossimo.

Apparente indifferenza anche in Europa su una possibile Brexit priva di accordo.

Sul fronte italiano rimane viva l’attesa per la nuova legge di bilancio ormai alle porte, ago della bilancio dell’andamento dello spread tra BTP e Bund che oggi si è riportato a quota 223 punti base, trascinando il settore bancario in volatilità.

I timori dell’OCSE

Secondo le ultime stime dell’Ocse, l’espansione dell’economia mondiale sarebbe giunta all’apice.

Non si sta prevedendo per il prossimo futuro un ritorno alla recessione, ma i segnali che ci possa essere nei prossimi anni un rallentamento, sono plausibili.

Le stime non sono tuttavia allarmanti, in quanto il PIL mondiale è visto crescere quest’anno e anche il prossimo del 3,7%, limando le precedenti previsioni di uno 0,1% per l’anno in corso e di uno 0,2% per il 2019.

Le cause sono da identificarsi nel quadro politico incerto, nelle previsioni di rialzo dei tassi di interesse e nella possibilità che da qui in avanti vi sia un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Cambi e Petrolio

L’Euro supera quota 1,17 nei confronti del dollaro americano, portandosi a 1,175.

Dopo lo sprint delle ultime sedute arretra l’oro nero, con il Wti a 70,59 dollari al barile e il Brent a 78,75.

 

Il punto sulla giornata

Avvio di settimana all’insegna dello sprint per Piazza Affari.

Vediamo insieme i fattori che ci hanno trainati al rialzo

  • Rassicurazioni del Ministro dell’Economia Tria sul rispetto delle regole di Bilancio Europeo da parte dell’Italia
  • Morgan Stanley ritiene che i nostri asset si possano rialzare: ciò ha innescato la risalita dei corsi dei BTP e la contrazione dello spread fino a 235 punti base, portando inoltre i titoli bancari e le utility a spiccare il volo

Le nostre storie di giornata

  • Leonardo vola trainata dalla notizia dell’acquisto di Vitrociset, che dovrebbe portare a interessanti rapporti aziendali con Fincantieri e la Francia.
  • Telecom batte un colpo, chiudendo la seduto a quasi + 3% dopo i battibecchi tra Elliot e Vivendi
  • Atlantia non riesce ancora a tirare su la testa dopo le parole di Di Maio.
  • Fuori dalle Blue Chips crolla ancora Astaldi, dopo il rating negativo di Fitch.
  • Mediaset, quella spagnola però, listata a Madrid, decolla sulle indiscrezioni di una possibile OPA da parte della nostra azienda italiana, la casa madre per l’appunto.

Cosa accade di rilevante fuori dai nostri confini

  • Apple si scontra con l’amministrazione Trump: la sempre più concreta minaccia di dazi nei confronti della Cina potrebbe penalizzare la mela morsicata. Di tutta risposta, Donald stuzzica il colosso statunitense invitandolo a costruire e assemblare i propri dispositivi negli States, “consigliando” di iniziare a costruire fabbriche in America piuttosto che lamentarsi dei dazi.
  • Situazione cambi Euro/Dollaro e petrolio nella norma, nulla di nuovo da registrare rispetto alla fine della settimana scorsa: Euro a 1,16 sul Dollaro, petrolio in rialzo
  • Si sta definendo sempre di più la conclusione delle trattative sulla Brexit: il negoziatore Barnier è ottimista su un accordo entro 8 settimane e ciò sta riportando la sterlina a rialzare la testa nei confronti sia del dollaro americano che dell’Euro.