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L’introduzione dei nuovi Dazi

Avvio di settimana con il segno rosso per i mercati europei, schiacciati dall’introduzione dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti contro la Cina.

La Banca Centrale Europea è concorde nel ritenere che la politica protezionistica degli USA rischia di penalizzare la crescita dell’economia europea, nonostante tutto ancora positiva.

Le dichiarazioni del Governatore Mario Draghi confermano la prospettiva che nonostante la strategia del QE si stia avviando al suo compimento, le strategie accomodanti proseguiranno anche dopo la fine dell’anno in corso.

Dichiarazioni importanti, che hanno sospinto la valuta europea a superare nuovamente il rapporto di 1,18 contro il dollaro americano.

Timori arrivano anche dal fronte petrolifero, con il rally dell’oro nero che non accenna a fermarsi.

A Milano proseguono i timori per la nuova legge di Bilancio, timori che hanno fatto sobbalzare lo spread a quota 242 punti base, portando il rendimento del decennale al 2,94%.

 

 

L’America sembra non avere freni e spinge i mercati europei al rialzo.

I risultati oltre le attese degli analisti sulla salute dell’economia americana spazzano via i timori degli imminenti nuovi dazi contro la Cina, previsti per lunedì prossimo.

Apparente indifferenza anche in Europa su una possibile Brexit priva di accordo.

Sul fronte italiano rimane viva l’attesa per la nuova legge di bilancio ormai alle porte, ago della bilancio dell’andamento dello spread tra BTP e Bund che oggi si è riportato a quota 223 punti base, trascinando il settore bancario in volatilità.

I timori dell’OCSE

Secondo le ultime stime dell’Ocse, l’espansione dell’economia mondiale sarebbe giunta all’apice.

Non si sta prevedendo per il prossimo futuro un ritorno alla recessione, ma i segnali che ci possa essere nei prossimi anni un rallentamento, sono plausibili.

Le stime non sono tuttavia allarmanti, in quanto il PIL mondiale è visto crescere quest’anno e anche il prossimo del 3,7%, limando le precedenti previsioni di uno 0,1% per l’anno in corso e di uno 0,2% per il 2019.

Le cause sono da identificarsi nel quadro politico incerto, nelle previsioni di rialzo dei tassi di interesse e nella possibilità che da qui in avanti vi sia un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Cambi e Petrolio

L’Euro supera quota 1,17 nei confronti del dollaro americano, portandosi a 1,175.

Dopo lo sprint delle ultime sedute arretra l’oro nero, con il Wti a 70,59 dollari al barile e il Brent a 78,75.

 

In questo mercoledì di borsa i mercati vengono sostenuti dal settore minerario, dal comparto auto e dai bancari.

La guerra dei dazi tra USA e Cina sembra non spaventare.

Anzi, Wall Street sfreccia alla ricerca dei massimi dell’anno, con il Nasdaq tuttavia debole, appesantito dalla guerra commerciale e dalla ricerca di un accordo sostitutivo al Nafta con il Canada.

Lo sprint bancario di Piazza Affari

A Milano le banche proseguono il loro rally, noncuranti della correzione dei Btp.

Lo spread tra il nostro decennale e il Bund tedesco si riporta a quota 220 punti base dopo aver toccato i minimi nella seduta di ieri, dall’insediamento del nuovo governo.

Il rendimento si attesta al 2,68% su base annua

Cambi e petrolio

Il cambio euro/dollaro americano rimane stabile, con la moneta unica europea poco sotto l’1,17.

Il petrolio prosegue i rialzi, sostenuto oggi dal dato in calo delle scorte negli USA.

La riunione della BoJ

Nulla di nuovo sul fronte giapponese.

La Banca Centrale del Giappone ha deciso, come previsto, di mantenere una politica monetaria ultra accomodante, decidendo di mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo ancora lungo.

Tra i motivi più rilevanti di questa decisione vi è la politica protezionistica di Trump.

Nonostante l’annuncio di nuovi dazi, i mercati europei chiudono positivi.

Verranno colpiti prodotti di importazione cinese per 200 miliardi di dollari.

La Cina contrattacca con tariffe doganali per 60 miliardi di dollari di prodotti americani.

Un braccio di ferro tra le due potenze che fa tuttavia sperare in una continuazione delle trattative, dal momento che Trump partirà con un’aliquota del 10% per farla salire al 25% solo nel 2019.

Stessa strategia per la Cina, che parte dal 5% per spostarsi solo successivamente al 10%.

Giochi di potere per arrivare ad un accordo definitivo?

Possibile. Ma intanto la guerra commerciale continua.

Lo spread sembra rientrare

A Piazza Affari il dato più rilevante di giornata è il proseguo della riduzione dello spread che tocca i 212 punti base, il livello più basso mai registrato dalla nascita del nuovo governo, con il decennale al 2,7% annuo.

Il quadro europeo

mercati con segno verde generalizzato sostenuti dal comparto auto e dal settore bancario, nonostante in merito a quest’ultimo il Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi abbia posto la sua attenzione sul fatto che il mercato europeo sia frammentato e che la strada per una più concreta stabilizzazione è ancora irta di ostacoli da superare.

Fronte cambio e petrolio

L’Euro rimane stabile sui livelli delle scorse sedute, poco sotto l’1,17 sul dollaro americano.

Da segnalare novità in merito al petrolio, con l’accettazione da parte dell’Arabia Saudita di poter vedere il prezzo del barile superare nel breve termine gli 80$.

 

L’inizio di settimana

Milano la migliore con lo spread in contrazione grazie a Tria, il ministro dell’ Economia che punta a rispettare i paletti europei sul rapporto deficit/PIL.

In testa il settore bancario, che compensa le discese del comparto del lusso e delle utility.

Oltreoceano troviamo un’America debole, penalizzata dai timori di una nuova ondata di dazi del Presidente contro la Cina.

Chiudiamo con i cambi e il petrolio: euro contro dollaro americano a 1,1689, oro nero praticamente invariato dalla fine della scorsa settimana

Il Finale di settimana dei mercati

Economia statunitense florida, produzione industriale positiva e fiducia dei consumatori in ascesa spingono i mercati europei in questo finale di settimana.

Recupera il dollaro statunitense nei confronti dell’euro, stabilizzando il cambio sotto 1,17.

Petrolio poco mosso, con il barile americano a 68,6 dollari e quello londinese a 77,9.

Sembra proseguire l’intenzione del Presidente americano Donald Trump ad imporre i dazi nei confronti della Cina, nonostante questa non sia minimamente spaventata dalle minacce.

In Europa spiccano comparto auto e materie prime, con la Germania a guidare la salita dei listini.

In Italia si allarga il debito pubblico, con i commissari europei ammonitivi su un rapporto deficit-PIL sopra il 130%.

Sempre in merito al nostro Paese, altro dato rilevante è l’aumento dell’inflazione, con il tasso che registra un valore su base annua pari all’1,6%.

Concludiamo con lo spread, stabilizzatosi per il momento a 236 punti base, con il decennale che rende il 2,81% annuo.

 

 

La chiusura di settimana

I dati americani sull’inflazione, che ne vedono una salita sopra le attese degli analisti, porta in chiusura di settimana i mercati a cedere terreno.

I punti salienti che hanno penalizzato la giornata borsistica:

  • Paura che la FED, La Banca Centrale Americana, dopo i dati sull’inflazione USA, acceleri ulteriormente la risalita dei tassi di interesse
  • Paura che si concretizzi lo scenario di avvio di ulteriori dazi da 200 miliardi di dollari nei confronti della Cina da parte degli Stati Uniti
  • Dati sulla crescita del PIL della Zona Euro in frenata rispetto alle previsioni di inizio anno; a conseguenza di ciò il comparto più colpito dalle vendite è stato il settore bancario.

Come ha reagito Milano?

  • Banche giù, nonostante si sia evidenziato un’ulteriore contrazione dello spread a 249 punti base dai 256 registrati ieri in chiusura di contrattazioni
  • Buona giornata per FCA e Ferrari, che hanno vissuto le rispettive assemblee degli azionisti, impegnati nel confermare i vertici delle due società dopo la triste dipartita di Sergio Marchionne
  • Sussulti in zona verde e zona rossa, con chiusura finale positiva, per Telecom Italia, che rimane tuttavia ancora sui minimi di 5 anni fa. L’attenzione è focalizzata sull’imminente riunione di lunedì del cda dell’azienda, consiglio di amministrazione che dovrà interrogarsi sul tema delle aste sul 5G.
  • Atlantia incassa nuovamente il rosso dopo essersi risollevata in maniera preponderante nella seduta scorsa.

I dati macro più rilevanti:

  • I dati americani hanno influenzato sensibilmente il cambio Euro/Dollaro, portando la moneta unica europea a scendere sotto il livello di 1,16; complice soprattutto il ragionamento degli analisti sui salari medi orari che, visti in salita, potrebbero portare ad un rialzo più repentino del previsto dell’inflazione e di conseguenza la possibilità che, come già anticipato all’inizio, La FED possa decidere di incrementare ulteriormente la spinta al rialzo dei tassi di interesse
  • Tutto ciò ha portato influenza anche sul petrolio, che sul finale ha invertito l’ascesa, perdendo di valore
  • Bene i dati sulla creazione di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti nel mese di agosto; tasso di disoccupazione inalterato al 3,9%

Tutte avvisaglie per l’imminente annuncio del terzo rialzo dei tassi di interesse americani.

Staremo a vedere la reazione dei mercati nelle prossime settimane

Consigli per il Week end:

  • Nonostante lo spread tra BTP e BUND tedeschi si sia ben contratto in questa settimana, il livello dei nostri Titoli di Stato rimane interessante. La scelta del tasso fisso rimane indubbiamente quella più rischiosa, nonostante il rendimento certo e la garanzia del capitale a scadenza, in quanto il possibile ma senza dubbio plausibile prossimo rialzo dei tassi di interesse anche in Area Euro farà scendere ancora i corsi degli attuali BTP. Se siete estremamente conservativi e non vi è alcun modo di farvi comprendere l’enorme potenzialità dell’investire nel mercato azionario in un’ottica di medio-lungo termine, unica vera grande risorsa per la creazione di un adeguato valore dei vostri patrimoni, soprattutto se sfruttata in una strategia di accumulazione periodica del capitale, piuttosto che mantenere giacente denaro che non serve per la fruizione delle vostre necessità di vita quotidiana all’interno dei conti correnti, spostate la vostra attenzione sul tasso variabile. Non darà sicuramente rendimenti eccezionali, ma di certo non eroderà il valore futuro del vostro patrimonio come mantenere ingenti somme di denaro fossilizzate. Anche solo decidendo di comprare un CCT lungo oggi, che vale 90, incassare per 7 anni una cedola che si adeguerà all’andamento al rialzo dei tassi di interesse e alla fine incassare 100, è pur sempre meglio che stare fermi a guardare cosa accade.
  • Se invece siete, come mi auguro, un po’ più lungimiranti e avete al vostro fianco un professionista in grado di farvi comprendere le enormi potenzialità dell’acquistare rischio controllato attraverso l’investimento diversificato nel comparto azionario globale, sfruttate questo momento per accumulare azioni. Scegliete un bel fondo azionario, sfruttate la tecnica di investimento ad accumulazione di capitale periodico e dimenticatevi delle oscillazioni di breve termine dei mercati finanziari. Fra 10-15 anni sarete felici. Un risparmiatore che sceglie questa strada, che magari ha giacenti in conto tra i 90 e i 150 mila euro e non sa cosa fare perché ha paura, non è consigliato da nessuno ed è bloccato in una bolla, gli basterebbe creare un piano di accumulo da mille euro al mese per trovare il sorriso fra un decennio. Piuttosto che vedere fra 10 anni scritta ancora la stessa cifra in conto e sapere che questa vale comunque meno di 10 anni prima….beh……meglio Piuttosto non credete?

Buone riflessioni e buon week end a tutti.

Ci sentiamo lunedì sera per analizzare insieme l’inizio della prossima settimana dei mercati

 

Matteo Bagno

 

 

Il punto sulla giornata

Europa ancora in rosso e questa volta Milano non azzecca la controtendenza, con lo spread che riguadagna alcuni punti base.

Le ragioni che continuano a caratterizzare il panorama di flessione generalizzata sono sempre i medesimi da diverse sedute:

  • Trattative commerciali sui dazi tra USA e Cina
  • Crisi in Argentina e Turchia
  • Sofferenza del comparto tecnologico americano

In casa nostra però, nonostante la flessione dell’indice, rialza la testa Atlantia, complici le parole del Presidente del Consiglio Conte sul fatto che la nazionalizzazione della compagnia non sia l’unica soluzione possibile.

Bene Enel, rafforzata dal giudizio positivo di Goldman Sachs, che ne raccomanda l’acquisto in portafoglio.

Rimbalza leggermente Telecom, dopo che gli attacchi di Vivendi sembrerebbero non aver sortito ulteriori effetti negativi, ma il titolo rimane ancora a livelli che a mio modesto parere non le fanno onore, livelli che destano senza dubbio un interesse ad averne un pochino in portafoglio.

Fuori dal nostro paniere principale dei 40 titoli a maggiore capitalizzazione ritroviamo il dramma Carige, con Malacalza che duella con Mincione in assemblea.

Bene Salini Impregilo che si appresta a costruire il nuovo aeroporto di Lima in Perù.

Fiasco totale per la compagnia Saras, crollata di oltre l’11% dopo che i Moratti hanno deciso di collocare sul mercato un pacchetto azionario pari a circa il 10% della società.

Oggi poco mosso lo spread, nonostante si registri una lieve risalita sul finale a 255 punti base, ma il rendimento del decennale rimane sotto il 3%.

Infine, come sempre, Euro su Dollaro americano, in risalita sopra 1,16 e oro nero in calo dai massimi, nonostante i livelli del Brent e del Wti rimangano ben sostenuti rispetto al recente passato.

Stiamo a vedere domani come si chiuderà questa settimana di contrattazioni

Buona serata a tutti

 

Matteo Bagno

In conclusione di settimana

Flessioni vicine al punto percentuale per i listini europei in chiusura di settimana.

La minaccia dei Dazi Trumpiani affonda il mercato dell’auto mentre lo Spread tra BTP e Bund tedeschi sale a quota 293 punti base, con il rendimento del decennale che torna ad essere veramente interessante, registrando un + 3,26% su base annua.

Di riflesso, le quotazioni dei principali titoli bancari a Piazza Affari scendono a livelli da far gola a molti, soprattutto a coloro che hanno compreso che i prezzi attuali di società importanti come Unicredit e Intesa sono senza dubbio occasioni di accumulo piuttosto che pericoli per i propri portafogli.

Se la domanda è “ma possono scendere ancora” la risposta è senza dubbio “certamente”.

Basti ricordare a quali livelli questi titoli si trovavano all’indomani del voto sulla Brexit.

Accumulare sui ribassi è la strategia più corretta.

Senza foga, a piccoli passi, mantenendo sempre la giusta quantità di disponibilità liquide per accumulare ancora quando il mercato ci regala questa opportunità.

E avere pazienza … tanta.

Perché chi ha fretta di ricercare rendimento nel breve periodo rimane quasi sempre scottato. Alla pari di coloro che seguono ormai troppo tardi i trend rialzisti perché quei determinati assets stanno guadagnando valore già da un po’ di tempo e pensano che non ci siano motivi perché questo fatto debba cambiare.

Nulla di più sbagliato.

Ricordo ancora le numerose telefonate di risparmiatori che mi chiedevano come potessero comprare Bitcoin dopo aver sentito la notizia che questi avevano raggiunto quota 20.000 $ …

Altro titolo degno di nota, non certamente per le sue performance positive degli ultimi tempi è senza dubbio Telecom, che quest’oggi ha toccato i minimi storici dal 2013, in un contesto di debolezza generalizzata di tutto il comparto TLC europeo.

A pesare sui mercati, oltre all’argomento Dazi per quanto riguarda l’equity globale e le scelte politiche italiane per quanto riguarda il nostro debito sovrano, è senza dubbio la crisi in Argentina.

Lo sa bene Pirelli, che ha deciso di ampliare il suo stabilimento di pneumatici proprio nel paese sudamericano, titolo zavorrato anche dal giudizio negativo di Beremberg, che ha variato il suo giudizio da “hold” (mantenere in portafoglio) a “sell” (vendere).

Chiudiamo l’analisi con l’Euro, che si riporta sotto 1,17 sul dollaro americano, e il petrolio, che cala leggermente.

Auguro a tutti voi un sereno week end di riposo, invitandovi a lunedì per un nuovo inizio di settimana.

Vi lascio come sempre ricordandovi che quando i mercati non ci regalano il segno verde, non bisogna spaventarsi ma approfittarne… e non lo dico perché ritengo di essere un genio della finanza..

Vi svelo un segreto: i geni della finanza non esistono.

Esiste solo il buon senso.

Buonanotte a Tutti

 

Matteo Bagno