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Borse deboli con lo spread che tenta di ritracciare, chiudendo appena sotto i 280 punti base.

Rimane la tensione per la manovra finanziaria italiana, nonostante vi siano degli aggiornamenti positivi, con previsioni in calo del deficit per il 2020 e il 2021.

Oggi il mercato obbligazionario globale è stato influenzato dalle parole di Jerome Powell, governatore della FED, che ha fatto intuire la possibilità di un’intensificazione nel processo di rialzo dei tassi di interesse americani.

Cambi e America

Le parole del Governatore hanno portato il rapporto Euro su Dollaro a bucare al ribasso la soglia dell’ 1,15 per poi risalire in area 1,1515.

Le prospettive di incremento dell’economia americana rimangono forti, con la pubblicazione di dati macro che evidenziano espansione.

Attendiamo la giornata di domani per vedere come si concluderà la settimana dei mercati.

Occhi aperti sul nostro Paese

 

 

Giornata positiva per Piazza Affari, nonostante le incertezze sul DEF.

Rimane la volatilità e la prudenza sul listino milanese, a causa dello spauracchio sulle possibili dichiarazioni contraddittorie e controproducenti degli esponenti politici italiani, in merito al DEF.

Stamane lo Spread si è impennato sopra i 300 punti base, per poi ritracciare in area 283.

Sembra rimanga confermato il rapporto Deficit/PIL al 2,4% per il 2019, ma ciò che ha tranquillizzato, per il momento, i mercati, sono state le parole di Tria sulla diminuzione del rapporto al 2,1% per gli anni successivi del triennio.

Sempre più America

Ottimo dato sul lavoro americano, che fa continuare l’eccezionale momento della borsa americana.

Un dato, questo del lavoro, che spinge a pensare ad una replica positiva per quello sull’occupazione previsto per venerdì.

Cambi e Petrolio

Moderato rialzo per l’Euro, che chiude a 1,156 sul dollaro dopo essersi riportato nell’arco della seduta quasi a quota 1,16.

Petrolio ancora in rialzo, dopo la pausa di ieri, con il Brent che si porta sopra gli 85 dollari al barile.

 

Il DEF varato dal Governo Conte è stato bocciato dai mercati.

Cali così sostenuti non si vedono tutti i giorni.

Il listino milanese sprofonda in chiusura del 3,7%, dopo aver segnato un minimo di giornata del 4,5%.

Lo Spread BTP/Bund chiude a 267 punti base dopo aver toccato un massimo di 280.

Titoli bancari in picchiata, con il migliore che perde poco più di 5 punti percentuali e il peggiore che si avvicina al meno dieci.

Panico?

Probabilmente l’ennesima giornata di grandi opportunità.

Nelle prossime settimane la manovra finanziaria italiana, come quella dei restanti paesi dell’Unione, verrà presa in esame dalla Commissione.

Nonostante l’esuberanza del governo italiano a presentare una manovra aggressiva, con un rapporto deficit/PIL al 2,4%, dopo le promesse delle scorse settimane che avrebbero dovuto far presagire un contenimento del debito sotto il 2%, i toni odierni sembrano incentrati più sul dialogo che non sullo scontro.

Il commissario europeo Moscovici ha dichiarato infatti che non vi è alcun interesse da parte dell’Unione Europea a scatenare una guerra con l’Italia, confermando l’importanza della partnership.

E’ pur tuttavia reale e concreto il fatto che il Belpaese non può fare ciò che vuole, ignorando le regole comunitarie e non impegnandosi a ridurre il proprio debito.

Bisogna altresì stare all’erta sul fatto che il mese prossimo vi saranno anche i giudizi di S&P e Moody’s, pronte a sventolare le loro pagelle.

Non vi è alcun dubbio, sarà un autunno caldo.

E chi è lungimirante e guarda al lungo termine, sfrutta queste occasioni per posizionarsi sul mercato.

Volatilità a Piazza Affari causata dall’incertezza sul DEF.

Il resto d’Europa chiude la seduta con il segno verde, a differenza di Milano che ha risentito delle incertezze sul DEF, con le aspettative di una nuova riunione del Consiglio dei Ministri per questa sera.

Lo spread è letteralmente andato sulle montagne russe, passando da un’impennata a 250 punti base fino ad una ristabilizzazione a 237.

Wall Street salva i listini

Dopo un avvio debole dei mercati europei, incerti sulla decisione varata ieri sera dalla Fed, che ha sancito il terzo rialzo dei tassi di interesse del 2018, i listini hanno cambiato direzione, sospinti dall’ottimo dato sul Pil americano.

Gli effetti sul cambio

Il terzo rialzo annuale dei tassi da parte della Fed, sommato all’ottimo dato sul Pil americano, hanno fatto impennare il dollaro riportando il rapporto con l’Euro sotto quota 1,17.

Conclusioni

Ancora una volta gli Stati Uniti hanno fatto registrare dati eccellenti, giustificando le decisioni della Banca Centrale e placando gli animi dei listini globali.

Rimaniamo in attesa di scoprire come si evolverà la situazione italiana con il tanto atteso varo del DEF.