Il punto sulla giornata
A Piazza Affari le banche volano, con lo spread che si riduce a 268 punti base.
Milano però è stata l’eccezione d’Europa (+1,01%), dove i restanti listini hanno lasciato sul terreno fino ad oltre un punto percentuale come nel caso di Parigi.
Motivo?
Dubbi sul Nafta tra Washington e Canada e lo spettro della crisi Argentina e Turca.
Tra i titoli nostrani male Mediaset, a causa del possibile protrarsi del braccio di ferro con Vivendi; Cnh Industrial per le tensioni sui dazi tra Stati Uniti e Canada. Tensioni che tuttavia non hanno frenato l’ascesa di FCA, registrando ottimi risultati sulle immatricolazioni nel mese di agosto.
Tra le nostre Blue Chips cadono Stmicroelectronics e ancora una volta, Atlantia.
Ma lo scivolone più consistente lo sta registrando ormai da diverse sedute Telecom Italia, aggiornando i propri minimi dal 2013.
Successo giornaliero invece per Pininfarina, che guadagna quasi il 5% dopo l’investor day della società.
Come dicevo poco sopra, oggi male il resto d’Europa a differenza di Milano; i settori che pesano sono auto e tecnologia.
Sul fronte valutario il dollaro statunitense risale nei confronti dell’euro, riportando il cambio sotto 1,16
A livello macro si conferma il dato statunitense di rallentamento del settore manifatturiero e costruzioni.
Alcuni consigli:
Come già anticipato in molti miei articoli, i momenti di incertezza sui mercati non devono essere visti sempre e solo negativi, bensì opportunità di entrata o incremento delle posizioni.
Per come la vedo io, in un momento come questo, particolare attenzione la focalizzerei sul debito nostrano.
Se fino a poco tempo fa gli unici BTP sotto la pari degni di nota erano le scadenze trentennali e l’infinito Matusalem (scadenza 2067), oggi le schermaglie politiche del nostro paese, che hanno causato un livello dello spread ancora a mio parere molto elevato, mi fanno guardare con interesse nuovamente la scadenza decennale.
Non stiamo parlando di rendimenti da favola (3% su base annua), ma sempre e comunque di tutto rispetto se accostiamo questi alla garanzia del capitale a scadenza e all’esenzione dalle imposte di successione qualora stessimo valutando una scadenza molto lunga da tramandare ai nostri cari.
Classico ragionamento del cliente con bassa propensione al rischio, tenendo sempre comunque presente che il rischio esiste anche qui, perché con titoli a capitale garantito a scadenza, la certezza ce l’ho esclusivamente se rispetto la fine contrattuale dello stesso.
Per chi pensa invece che il rischio maggiore di investire in Titoli di Stato italiani sia il possibile default futuro dell’Italia, ritengo sia abbastanza lontano dalla realtà, anche perché se ciò dovesse accadere, l’ultimo dei nostri problemi sarebbero proprio i Titoli di Stato che non vengono più rimborsati…lungi da me pensare che un dramma del genere potrà mai verificarsi.
Tuttavia, se voglio essere più lungimirante e ancora più conservativo, uno sguardo lo darei soprattutto ai CCT, che a differenza del BTP che hanno il tasso fisso, sono caratterizzati da una cedola a tasso variabile con scadenza del titolo più breve (di norma non più di 7 anni)
Il fatto di privilegiare oggi più il tasso variabile di quello fisso, è la sempre più concreta possibilità che fra qualche tempo i tassi in Europa ricominceranno a salire, come sta già accadendo da tempo in America.
Quindi sì, perché no, nel mio portafoglio ideale oggi, un po’ di Titoli di Stato italiani non dovrebbero mancare.
E non lo dico perché io sia di indole conservativa (chi mi conosce sa che la mia propensione al rischio è molto alta) ma perché so che se non mi conviene venderli prima della scadenza perché il mercato non si è comportato come pensavo (come sappiamo nessuno ha la sfera di cristallo) alla mal parata comprarli oggi a questi prezzi mi consente di pagarli poco, incassare le cedole e vedermi rimborsare più denaro di quanto non abbia speso….perchè ritengo che fra 10 anni lo Stato Italiano esisterà ancora, ovviamente.
Oggi vi ho dato il mio parere su un asset obbligazionario….ma i bond si sa…sono anche noiosi…domani magari parliamo di ciò che regala più rendimento di tutti, il motore di ogni portafoglio ben costruito: le azioni.
Buona notte a tutti
Matteo Bagno